"The farm of the future"
Negli anni scorsi Li Edelkoort aveva previsto la voglia delle nuove generazioni, nella nostra società, di riuscire nella vita privata e non solo nella carriera. Proprio quando quest'ultima sembrava avere prevaricato, fino a raggiungere il primo posto nella scala degli interessi. Un aggiustamento della rotta, che si è ben evidenziato, come esigenza. Oggi, puntando lo sguardo in ambito psico-sociale, la Edelkoort sottolinea che ci sarà sempre più, in futuro, la necessità di non costringere l'individuo, entro certi spazi, ma di "lasciare che sia", perché si ottiene di più, più creatività, più rendimento, lasciando gli altri liberi, dato che la costrizione preclude l'autocoinvolgimento, che è alla base di ogni attività. Non si tratta, quindi, solo di fare previsioni, ma, anche, di gettare semi, che, poi, potrebbero materializzarsi, per le condizioni date e individuate.
E' meglio produrre in loco, dice, di modo che non ci siano costi di trasporto. Ciò per incentivare l'economia locale. In questa maniera diventa, poi, più facile introdurre le nuove idee nella produzione globale. Ottenendo visibilità, senza rompere con la propria tradizione, con le proprie conoscenze, cultura, vita. La Edelkoort va ancora più in là ed esprime una previsione, che stupisce ed, insieme, entusiasma: essa prevede per il domani una nuova fase: lo sviluppo di un ritorno della nostra economia alla vita rurale. Anzi, l'avvento di un nuovo mondo rurale. Gli agricoltori saranno la nuova èlite di domani. Ci nutriranno, ci scalderanno, ci guariranno. Tutto dovrà ricondursi alla terra. Essi saranno la nuova lobby internazionale.
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